Leica M6: la rivincita dell’attesa

Leica M6: la rivincita dell’attesa

Intuitiva, compatta e discreta: la Leica M6 è tornata sulla scena della fotografia a vent’anni esatti dal suo primo addio ed è pronta a scattare. L’iconica fotocamera a telemetro è stata prodotta dal 1984 al 2002 in ben 175.000 esemplari.

Per molti fotografi ha rappresentato il primo occhio con cui osservare e cristallizzare la realtà. Oggi il fascino analogico torna a rapire i professionisti dell’immagine del nostro tempo con il suo gusto autentico e retrò. Realizzata ancora oggi a mano in Germania, l’attuale Leica M6 è affidabile e resistente. Acquistarla è indubbiamente una scelta di stile.

Leica M6 una scelta di cuore

La fotocamera Leica M6 è stata, fin dalla sua nascita, lo strumento con cui gli artisti della fotografia hanno dato vita a capolavori rimasti iconici.

Stefan Daniel, Vice Presidente Esecutivo del settore Tecnologia e Operazioni Leica ha affermato che la rinascita della M6 è soprattutto un atto d’amore verso "la fotografia analogica consapevole, intesa come antitesi al diluvio di immagini digitali".

Ed è con questo spirito che torniamo a maneggiare una macchina unica nel suo genere che richiede, tempo, attenzione, cura. Uno strumento che rifiuta la fretta e l’accesso di immagini: che seleziona, mette a fuoco e cattura regalando un plus di emozione. Una macchina fotografica che riscatta il piacere dell’attesa.

La storia della serie M

Nel 1954 Leica dominava il settore della fotografia, in special modo quella del piccolo formato, e presentò una nuova fotocamera, Leica M3. Un modello che fondeva telemetro e traguardo ottico e che diventa presto un grande successo e a cui segue la M2, più semplice e meno costosa.

È lei a dominare la scena fotografica fino all’arrivo della M6 che definisce per più di un decennio il fotogiornalismo, il reportage e la foto d’arte.

La sua iconica versione con corpo nero, diventa il punto di riferimento del settore artistico e professionale, mantenendo una tradizione lunga una vita.

L’attuale M6 eredita e sviluppa questo bagaglio tecnico ed esperienziale, offrendo anche ai più giovani l’emozione di maneggiare una Leica.

La nuova Leica M6 cosa cambia

La macchina fotografica Leica M6 si caratterizza per la complessità costruttiva: contieneben 1.500 parti di cui 177 solo nel mirino a telemetro.

La nuova M6 è stata progettata a immagine e somiglianza dell’originale, con alcuni miglioramenti:

  •          calotta e il fondello sono di ottone scavato dal pieno e non più in zinco;
  •          vetri e lenti del telemetro presentano una protezione;
  •          gli interni sono verniciati di nero per contrastare gli effetti di flaring e luci spurie;
  •          la ghiera posteriore per l’indicazione dell’ISO risulta più solida;
  •          Il famoso bollino rosso, riporta la scritta “Leitz”, il nome originale dell’azienda.

Torna la fotografia d’antan?

Con questo oggetto di culto Leica fa un vero e proprio un tributo alla propria storia e alla propria tradizione. Una storia portata avanti sull’onda della pellicola anche quando il mercato sembrava non avere più uno spazio per loro. Una tradizione che è fatta di un sapere costruttivo pressoché unico che ha permesso la riproduzione di ogni minimo pezzo in-house.

"Era giunto il tempo di far rinascere l’analogico, e la M6 era la fotocamera perfetta per farlo – ha spiegato Jesko Von General director Leica - non solo perché essa rappresenta il leitmotiv della serie M, il modello le cui funzionalità, design e qualità hanno ispirato le nostre moderne digitali, o perché avevamo ancora le macchine per produrla, ma anche perché la richiesta è in fortissima crescita".

A chi si rivolge questa incredibile macchina senza tempo? Sicuramente a clienti affezionati al brand ma anche a collezionisti e giovani che non hanno mai conosciuto la pellicola e ne sono fortemente attratti.

Fotografare diventa con la nuova M6 un vero e proprio rito in cui regolare l’otturatore, mettere a fuoco e scattare è una operazione lenta, accurata e ragionata, rigorosamente manuale.

Un tempo dilatato come quello che separa lo scatto dalla sua riproduzione tangibile, un’attesa che non siamo più abituati ad avere. Un modo di scattare diverso e complementare a quello digitale che rende più ricca l’esperienza di ogni fotografo.

Se non hai ancora scattato in analogico è ora di farlo, se lo hai già fatto è ora di riprovare!

Scritto il 28/10/2022 da Fotografia 1831