Fra i primi in Italia, abbiamo proposto i nuovi droni DJI: il DJI Mavic 2 Pro e il DJI Mavic 2 Zoom. Si tratta della novità più interessante nel settore, perché rappresentano l’evoluzione di un prodotto, il DJI Mavic, che già aveva saputo attirare l’attenzione degli operatori del settore video per le sue eccellenti qualità di volo e di ripresa. I due DJI Mavic 2, però, promettono prestazioni ancora superiori, che andremo a scoprire in questa nostra recensione.
Il DJI 2 Pro e il DJI 2 Zoom, di base, sono lo stesso drone. Hanno lo stesso peso e le stesse dimensioni. Per quanto riguarda il primo, il Mavic 2 ha una massa di 900 grammi, mentre, per il secondo, la diagonale arriva a misurare da aperto 35,4 centimetri. Ciò significa che la seconda versione del Mavic è leggermente più pesante e leggermente più grande rispetto alla prima. Non sono le uniche novità di questa seconda versione del Mavic. Anzi sono numerose quelle introdotte in questa versione, a cominciare dall’aumento dell’autonomia di volo, che passa dai 20 minuti del primo Mavic ai 25 del Mavic 2. Il nuovo drone, infatti, è dotato di una batteria da 3.850 mAh, più potente di quella prima versione.
Con ogni probabilità, la novità più importante del DJI Mavic 2 è il nuovo sistema di evitamento ostacoli, dotato di sensori ancora più potenti rispetto alla prima versione. Insieme con il sistema APAS, durante la modalità di inseguimento soggetti Active track, il drone DJI è in grado di evitare gli ostacoli lateralmente e, persino, di passare al di sotto di essi. Per il momento, questa funzione non è disponibile nelle modalità P e Sport Mode, ma potrebbe essere attivata in futuro.
Un’altra rilevante novità del Mavic 2 è il radiocomando. Tralasciando il colore, che appare di un colore leggermente più chiaro rispetto alla prima versione, il radiocomando del Mavic 2 è dotato di chele conformate meglio per ospitare smartphone dotati di tasto home, notch o sensore di luce. In questo modo, anche l’utilizzo dello smartphone si rivelerà più semplice. Altra novità rispetto al passato è la disposizione sul lato destro dello switch che consente di passare alle modalità T (tripod), P (normal) e S (sport). Infine, sempre dal punto di vista costruttivo, il nuovo controller ha stick leggermente più piccoli, ma comunque svitabili.
Anche sotto il guscio, il nuovo telecomando del Mavic 2 è in grado di passare automaticamente da 2,4 a 5,8 GHz per evitare interferenze. Il nuovo protocollo di comunicazione, rappresenta un’evoluzione di Ocusync, che consente di ampliare la portata del segnale. Col nuovo Ocusync 2.0, il Mavic DJI 2 è in grado di raggiungere 5 chilometri di portata in Unione europea, con una latenza che si attesta intorno a 120 - 130 ms.
Ciò che differenzia il Pro dallo Zoom, come lascia intuire la loro denominazione, è la parte video. A bordo di entrambi vola una videocamera firmata addirittura da Hasselblad. Nel primo caso questa è ottimizzata per eseguire riprese di qualità altissima, mentre nel secondo è in grado di eseguire zoomate che consentono di ottenere effetti nuovi. Procediamo con ordine, però.
La vera novità del Mavic 2 Pro è, senza ombra di dubbio, il nuovo gimbal e la nuova fotocamera, sviluppata in collaborazione con Hasselblad, la casa di produzione di macchine fotografiche di fascia altissima. Stiamo parlando di una fotocamera dotata di un sensore da 20 MPx, spalmati su una diagonale di 1 pollice, con apertura variabile da F/2.8 a F/11. La sensibilità del sensore si sposta da ISO 100 a ISO 12.800, ma a il rumore è contenuto solo fino a ISO 1.600.
Grazie alla nuova fotocamera, comunque, i video possono essere registrati in Dlog-M in H.265 a 10 bit o in H.264 a 8 bit. Per i videomaker meno esperti, comunque, la camera del Mavic Pro 2 ha tre modalità di ripresa: a 4K, Full FOV, oppure HQ FOV. In ogni caso, la fotocamera registra in 5,5K e, a seconda della modalità, il sistema processa l’immagine. Nel primo caso, l’immagine viene semplicemente scalata fino a 4K, nel secondo è possibile ottenere un FOV di 77°, mentre nel terzo caso si ha un FOV di 55° e un ingrandimento di 1,8x senza alcuna perdita di qualità.
Per quanto concerne il Mavic 2 Zoom, anche questo monta la fotocamera sviluppata in collaborazione con Hasselblad. Come lascia intuire il nome, tuttavia, questa versione del Mavic è in grado di variare la distanza focale da 24 a 48 millimetri, che può arrivare fino a 96 millimetri con lo zoom digitale. Ciò si traduce in uno zoom ottico di 2x, sufficienti a coprire molte delle esigenze di un videomaker. Grazie allo zoom del Mavic Zoom, infatti, sarà adesso possibile ottenere effetti nuovi, senza spostare il drone e, soprattutto, senza perdere in qualità.
Accanto a questa funzione, poi, il nuovo DJI Mavic Zoom introduce anche due automatismi: super resolution, con due è possibile scattare foto panoramiche da 48 MPx, ricche di dettagli; e il dolly zoom, che realizza l’effetto Vertigo, senza la necessità di effettuare post processing.
La risposta è: dipende. Con una precisazione, però. La DJI ha fatto sapere che attiverà un servizio che consentirà la trasformazione da Mavic 2 Pro a Mavic 2 Zoom e viceversa. Questo, ovviamente, semplifica la scelta. In linea di massima, comunque, il Mavic Pro è destinato ad una clientela professionale e semi-professionale, che ha necessità di un drone con caratteristiche di altro profilo. Il Mavic Zoom, invece, è un drone che potrebbe andare bene per chi, pur non essendo proprio a digiuno, ha ancora da impare molto nell’ambito dei droni. Grazie agli effetti pre-impostati sarà semplice ottenere immagini spettacolari. Una volta acquisite le abilità necessarie, poi, sarà sempre possibile trasformarlo in Pro.
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